
Il domicilio digitale
AGID – Agenzia per l’Italia Digitale – ha messo a disposizione i materiali del talk a Forum PA 2021 dal titolo Il Domicilio digitale e i trusted services per fornire un quadro di riferimento e le fasi di attuazione del domicilio digitale dei cittadini e dei soggetti non obbligati. Al tempo stesso è stato fatto un bilancio e alcune riflessioni per il futuro in merito all’adozione in Italia dei servizi fiduciari come previsti dal regolamento eIDAS con alcuni dei principali protagonisti sullo scenario europeo e nazionale, anche alla luce dell’evoluzione dello scenario europeo di riferimento.
In base al Codice dell’amministrazione digitale (D.Lgs. n. 82/2005), il domicilio digitale è “un indirizzo elettronico eletto presso un servizio di posta elettronica certificata o un servizio elettronico di recapito certificato qualificato, come definito dal regolamento (UE) 23 luglio 2014 n. 910 del Parlamento europeo e del Consiglio in materia di identificazione elettronica e servizi fiduciari per le transazioni elettroniche nel mercato interno e che abroga la direttiva 1999/93/CE, di seguito “Regolamento eIDAS”, valido ai fini delle comunicazioni elettroniche aventi valore legale”.
Tale definizione è stata introdotta nel CAD con la riforma del 2017 (D.Lgs. n. 217/2017) e ci presenta il domicilio digitale come categoria più ampia di quella della PEC.
Il domicilio digitale è un recapito online, un “luogo” digitale, o ancora, un domicilio virtuale che può essere attivato dopo essersi muniti, in alternativa, di un indirizzo di Posta Elettronica Certificata o di un Recapito Certificato Qualificato previsto dal Regolamento europeo eIDAS, servizio di comunicazione elettronica non ancora disponibile per i cittadini italiani.
Possiamo dire quindi che si tratta del luogo digitale in cui i cittadini (imprese e professionisti) indicano alla Pubblica Amministrazione di voler ricevere le proprie comunicazioni online con valenza legale.
L’incontro è stata una prima occasione per riflettere in merito all’adozione in Italia dei servizi fiduciari, come previsti dal regolamento eIDAS, con alcuni dei principali protagonisti sullo scenario europeo e nazionale, anche alla luce dell’evoluzione delle norme di riferimento.
L’evento è stato moderato da Francesco Tortorelli di AgID che ha introdotto il tema e gli ospiti, dando spazio agli interventi e stimolando il dibattito.
L’intervento di Claudio Petrucci di AgID ha fornito una panoramica del domicilio digitale e degli indici di domicilio digitale di pubbliche amministrazioni e imprese, come previsti e costituiti ai sensi del CAD e della legislazione di settore. È stato poi approfondito il tema dell’INAD, l’indice dei domicili digitali delle persone fisiche e degli altri enti di diritto privato non tenuti all’iscrizione in albi professionali o nel registro delle imprese, al quale AgID sta lavorando. Petrucci sinteticamente informa del lavoro svolto dal gruppo di lavoro coordinato da AgID, al quale hanno partecipato i gestori PEC, che ha prodotto il documento di riferimento per implementare un servizio di recapito certificato qualificato, basato su protocollo SMTP, conforme agli standard ETSI e interoperabile a livello UE.
A seguire è intervenuto Riccardo Genghini, specialista nel campo delle norme di firma elettronica e servizi fiduciari, che ha portato nel dibattito il suo punto di vista di grande conoscitore del contesto europeo nel tema dei servizi eIDAS.
“L’Italia con la sua esperienza dei servizi di fiducia eIDAS, può dare direzione e forma alla realizzazione europea anche dell’identità digitale, come strumento di garanzia dei nostri diritti fondamentali di cittadini e di semplificazione dell’adempimento dei nostri obblighi di legge.”
Danilo Cattaneo di Infocert, sul fronte delle imprese impegnate nel settore della digitalizzazione e del continuo sviluppo dei servizi fiduciari, ha affermato: “L’incessante spinta alla Digitalizzazione e l’evoluzione delle direttive europee, richiedono una rielaborazione del concetto di Posta elettronica Certificata e Identità Digitale ancora più sicure e “smart”.” Proseguendo sul tema dell’accesso ai servizi in un’ottica di vicinanza al cittadino ha annunciato “Stiamo lavorando a soluzioni di “Sportelli Digitali Trust” per una PA sempre più vicina al Cittadino, digitale, sicura, accessibile.”
Infine, sempre dal lato delle imprese, è intervenuto al convegno Andrea Sassetti di Aruba che ha sottolineato, oltre all’eccellenza del recapito qualificato, l’importanza delle firme elettroniche: “In Italia, oggi contiamo oltre 12 milioni di PEC attive, in Europa non esiste un sistema di e-delivery che possa vantare tale diffusione. Allo stesso modo, la firma qualificata è molto diffusa grazie anche alla semplificazione introdotta dalla firma remota, basti pensare che a fine 2020 erano attivi oltre 25 milioni di certificati di Firma Qualificata (più di 1 italiano su 3 ha la FEQ)”.
Per il futuro dei servizi fiduciari, e anche con riferimento agli obiettivi del PNRR, Sassetti afferma: “E per il raggiungimento di questi obiettivi i Trust Services avranno un ruolo importante fornendo la tecnologia abilitante e garantendo anche semplificazione, risparmio economico e rispetto dell’ambiente. I TSPQ sono attori importanti nella digitalizzazione del paese, su cui il governo, come già fatto in passato, può contare”.