
Dati e algoritmi
È questa l’epoca dei big data.
La grandezza evocata dal termine big ha almeno due significati, riferendosi non solo alla quantità di dati trattati, ma anche alla portata straordinariamente profonda e alla granularità delle analisi effettuabili su di essi. Sotto questo secondo profilo, il concetto di grandezza di concretizza nella possibilità di estrarre dai dati una conoscenza sotto forma di relazioni tra i dati disponibili.
Ci sono vari settori in cui il perseguimento di finalità di interesse generale da parte di soggetti pubblici passa attraverso l’analisi e l’elaborazione algoritmica dei dati. Questo, da un lato implica notevoli vantaggi dal punti di vista del rapporto costi-benefici e, dall’altro, solleva non pochi problemi in termini di definizione delle condizioni alle quali i soggetti che trattano i dati possono avere legittimamente ed effettivamente accesso a tali dati e dei limiti al loro riutilizzo.
Il volume “Dati e algoritmi. Diritto e diritti nella società digitale” edizioni Il Mulino a cura di Sebastiano Faro, Tommaso Edoardo Frosini e Ginevra Peruginelli raccoglie le relazioni presentate durante la conferenza internazionale Law via the Internet: Knowledge of the Law in the Big Data Age.
I dati sono sempre esistiti e soggetti pubblici e privati li hanno raccolti o utilizzati per millenni. Negli ultimi anni tuttavia la dimensione dei dati raccolti e memorizzati sono misurabili solo in miliardi e in continua crescita, quindi sono necessari nuovi strumenti per comprenderli, estrarne conoscenze, utilizzarli.
Il secondo mutamento di grande rilievo è quel che può essere definito il Fattore T. In passato le decisioni venivano effettuate sulla base di dati relativi al passato, su statistiche. Attualmente i dati sono raccolti, elaborati ed analizzati in tempo reale. Ciò implica che le decisioni, anche quelle di contenuto giuridico, siano prese in tempo reale.
Quali sono le implicazioni per il diritto?
La prima è ovvia considerazione è che governare attraverso regole il mondo digitale non è la stessa cosa che governare il mondo fisico. La seconda osservazione è riferita all’ubiquità o alla indeterminata collocazione fisica dei dati. Infine occorre considerare che la datasfera appare essere governata – a differenza del mare, dei cieli e dello spazio – interamente da strumenti tecnologici creati da umani.
EAN: 8815285466
Quale impatto hanno sul mondo del diritto la sempre maggiore disponibilità di enormi quantità di dati e gli algoritmi utilizzati per la loro elaborazione? Come regolare l’uso delle tecnologie emergenti nel settore dell’intelligenza artificiale per tutelare i diritti dell’individuo? Quale contributo può offrire la riflessione dei giuristi all’elaborazione di strumenti di gestione e analisi dei big data? Queste sono alcune delle questioni affrontate negli scritti raccolti in questo volume, che trae origine dalla XVIII conferenza «Law via the Internet» svoltasi a Firenze. L’intento è non solo di presentare lo stato attuale del dibattito, ma anche di offrire nuove prospettive di riflessione su temi – quali big data, machine learning, intelligenza artificiale, data analytics, protezione dei dati personali – oggi centrali nel dibattito sul rapporto tra diritto e tecnologie.
Sebastiano Faro è primo ricercatore CNR ed è direttore f.f. dell’Istituto di informatica giuridica e sistemi giudiziari del Consiglio nazionale delle ricerche. Tommaso Edoardo Frosini insegna Diritto pubblico comparato nell’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli ed è vicepresidente del Consiglio nazionale delle ricerche. Ginevra Peruginelli è ricercatrice dell’Istituto di informatica giuridica e sistemi giudiziari del Consiglio nazionale delle ricerche.