Benefici per i soci

Partecipare a Fare Digitale consente di far emergere soluzioni e strumenti utili alla risoluzione dei problemi che frenano la digitalizzazione del Paese, attraverso momenti di condivisione e networking con professionisti di vari ambiti e settori provenienti da tutta Italia.

Contatti
info@faredigitale.org
Seguici su

Lo Stato Sociale e la legge di Moore

La legge di Moore è ritenuta una dei principi guida della rivoluzione informatica e così recita: “La potenza di calcolo dei computer raddoppia ogni 18 mesi”.

In una prima formulazione, quella del 1965, Gordon Moore, che all’epoca era a capo del settore R&D della Fairchild Semiconductor e tre anni dopo fondò la Intel, parlava di un anno; mentre in una seconda formulazione nel 1975 il periodo si allunga a due anni. Col tempo la legge di Moore viene arricchita di ulteriori elementi: “ogni 18-24 mesi il numero di transistor presenti in un circuito integrato è destinato a raddoppiare e con esso anche la potenza di calcolo. Al crescere della capacità di calcolo il costo dei computer è destinato a diminuire in proporzione”.

È chiaro che non si tratta di una legge scientifica in senso stretto: in principio quella di Moore era quasi esclusivamente una constatazione di quanto era accaduto nel periodo tra il 1959-1965, quando il numero dei componenti elettronici che formava un chip era raddoppiato ogni anno.

Una constatazione che si è trasformata poi in una profezia auto avverantesi. Il fenomeno descritto dalla legge di Moore ha anche un altro nome: il raddoppiamento costante o crescita esponenziale.

Vale la pena soffermarsi per un attimo sulla questione e fare riferimento alla storiella raccontata da Ray Kurzweil (riportata anche da Erik Brynjolfsson e Andrew McAfee).
È la storia – vera o falsa che sia non importa – relativa all’invenzione degli scacchi, che nati – pare – in India nel sesto secolo a.C. all’epoca dell’impero Gupta. La storiella racconta che l’anonimo inventore degli scacchi si sia recato a Pataliputra, la capitale, per mostrare la sua invenzione all’imperatore, il quale rimase talmente impressionato dalla sua intelligenza da promettere di dargli in dono tutto ciò che desiderava. L’uomo, intelligente e modesto, non chiese altro che del riso per la propria famiglia. In che quantità? L’anonimo inventore propose il seguente criterio: “Mettete un singolo chicco di riso sulla prima casella della tavola, due sulla seconda, quattro sulla terza e così via, in modo che ogni quadrato abbia il doppio dei chicchi del precedente”.

Tenendo presente la legge di Moore si può intuire come sono andate a finire le cose: “sessantatré raddoppiamenti ci danno un numero incredibilmente grande, anche partendo da uno. Se la sua richiesta fosse stata onorata in toto, l’inventore sarebbe finito con 264-1, ossia più di diciotto quintilioni di chicchi di riso. Una montagna di riso tanto grande ridicolizzerebbe il monte Everest. È più di quanto ne sia stato prodotto in tutta la storia del pianeta”.

La leggenda vuole che l’imperatore, resosi conto della richiesta dell’inventore, abbia ordinato di tagliargli la testa.

La questione di fondo, come fanno notare Erik Brynjolfsson e Andrew McAfee, rifacendosi a Kurzweil, è che “per quanto i numeri possano diventare sproporzionati nella prima metà della scacchiera, siamo ancora nel mondo del reale. Quattro miliardi non esula per forza dalla nostra immaginazione. (…) Invece nella seconda metà della scacchiera, quando i numeri sono nell’ordine dei trilioni, quadrilioni, quintilioni, perdiamo la nozione della quantità. Perdiamo anche la nozione di come fanno presto ad apparire queste cifre via via che continua la crescita esponenziale”.

Dunque, fino a che si è nella prima parte della scacchiera i cambiamenti sono rilevanti, ma non sconvolgenti, è quando si passa nella seconda parte della scacchiera che tutto cambia.

Ora, Erik Brynjolfsson e Andrew McAfee ritengono che siamo ormai nella seconda parte della scacchiera.

Ciò significa che le innovazioni tecnologiche inizieranno a comparire ad un ritmo sempre più sostenuto e il loro impatto sulla crescita economica sarà immenso, con conseguenze enormi non solo sulle società avanzate ma anche su quei paesi, come la Cina, che sembravano dover dominare il XXI secolo. La ragione è semplice: è tutta la divisione internazionale del lavoro, così come la conosciamo che potrebbe essere stravolta, dato che gli stessi vantaggi competitivi delle nazioni potrebbero essere riplasmati ab imis fundamentis.

L’arte del cambiamento consiste nel preservare l’ordine di fronte al cambiamento e nel preservare il cambiamento di fronte all’ordine.

Alfred Whitehead

Liberale e Socialista. Fondatore di Licosia e di Stroncature.

mastrolia@stroncature.com