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Giustizia e Digitale

Il Covid- 19 ha dato un impulso inaspettato alla trasformazione digitale del mondo giustizia. Ciò che secondo alcuni non poteva e doveva accadere si è verificato in pochi mesi.

Avvocati, magistrati, cancellieri hanno dovuto affrontare una nuova sfida, iniziata qualche anno prima con il pct (processo civile telematico), il ptt (processo tributario telematico) e il pat (processo amministrativo telematico), che consentono il mero deposito telematico degli atti e l’espletamento di comunicazioni telematiche. Una sfida che è proseguita durante la pandemia, conducendo gli operatori del diritto verso una nuova era.
Tutto è iniziato il 26 Marzo, allorquando il Consiglio Superiore della Magistratura ha emanato una delibera con cui ha cercato di chiarire ogni aspetto circa lo svolgimento delle udienze civili tramite collegamento da remoto, secondo quanto previsto dall’art. 83 del D.L. n. 12/2020.

È nata, così, la nozione di Stanza virtuale per designare il luogo non fisico all’interno del quale si svolge l’udienza.

L’adozione di misure nuove e inattese, sebbene temporanee, nasce dal bisogno di tutela degli operatori del diritto, dal momento che i grandi palazzi in cui si celebra la giustizia sono pieni di uomini che si muovono in ambienti angusti, con contatti pressoché quotidiani.

L’innovazione ha catapultato il settore “giustizia” su un altro pianeta e, nonostante i dubbi e le perplessità siano tanti, in tempo di pandemia, diventa l’unico modo per garantire che tutto non si fermi. Lo svolgimento dell’udienza mediante la stanza virtuale è accompagnato dalla celebrazione dei giudizi attraverso la trasmissione telematica di note di trattazione scritta, che consentono di sostituire i riti in presenza.

In pochi mesi l’incremento del digitale è diventato inarrestabile e ha toccato anche il settore penale, il campo della giustizia meno innovato, anzi quello connotato da una resistenza strenue verso il cambiamento digitale.

Qui tutto si è mosso lentamente, anzi si è fermato, non è consentito neanche il deposito telematico degli atti. Al Covid-19, però, è riuscita una metamorfosi anche in questo campo. Oggi anche i penalisti depositano gli atti telematicamente e alcune tipologie di udienze si svolgono nella stanza virtuale.

La giustizia digitale non è ben vista da molti perché modifica la consuetudine.

I conflitti sono tanti, così come i benefici: basti pensare che un avvocato di Napoli per patrocinare a Milano una causa che rientra in quelle per le quali è prevista la celebrazione mediante la trattazione scritta oppure mediante la stanza virtuale, può farlo direttamente dal proprio studio, senza doversi spostare.

Analogo discorso per la richiesta di copie di atti telematici relativi a un giudizio incardinato presso un Tribunale ubicato in un territorio diverso da quello del foro di appartenenza.

Le misure adottate, legate indissolubilmente al Covid-19, hanno segnato una trasformazione epocale della giustizia, verso un mondo nuovo, in gran parte inesplorato.

Difficile ipotizzare se le misure introdotte d’urgenza, che hanno consentito e consentono una celebrazione a distanza dei processi e una più rada definizione degli stessi, verranno inserite stabilmente. Le indicazioni attuali sembrano propendere verso questa direzione, l’unica in grado di trasformare un sistema rimasto fermo per troppo tempo, in una macchina nuova, versatile e capace di fronteggiare in modo celere le numerose istanze di giustizia.

Avvocato penalista. Esperto nella consulenza del terzo settore. Il mio credo riassunto in poche parole: un lottatore incallito.

avvfabiotorluccio@gmail.com