
Next Generation Culture
In una fase storica complessa e delicata come quella che stiamo attraversando, segnata da trasformazioni senza precedenti nelle modalità con cui le istituzioni culturali interagiscono con i pubblici e attuano la propria proposizione di valore all’interno di un settore profondamente segnato dalle limitazioni imposte dalla pandemia, il XII Rapporto Civita dal titolo “Next Generation Culture. Tecnologie digitali e linguaggi immersivi per nuovi pubblici della cultura” decide di affrontare le attuali sfide della rivoluzione digitale.
Le prolungate chiusure dei luoghi della cultura determinate dalla pandemia hanno accelerato quel processo di rinnovamento in chiave digitale già avviato da tempo, pur con ritmi e intensità diverse a seconda delle caratteristiche delle organizzazioni e della loro predisposizione alla sperimentazione. All’impossibilità di accedere fisicamente agli spazi culturali ha fatto da contraltare la nascita o il potenziamento di ambienti digitali in cui continuare a fruire virtualmente del nostro sconfinato patrimonio.
Proprio il sistema di relazioni fra settore culturale e tecnologie digitali costituisce il focus su cui si è concentrato il XII Rapporto Civita.
Le soluzioni tecnologiche e i casi applicativi illustrati nel Rapporto dimostrano che l’integrazione tra elementi fisici (mostre, opere, monumenti, collezioni ecc.) e rappresentazioni virtuali stimola profondamente le capacità cognitive e apre immense aree di arricchimento nell’esperienza di fruizione. Del resto, nella società contemporanea e multiculturale i musei, e più in generale le istituzioni culturali, per rendersi attivatori di crescita culturale e diffusione di conoscenza, sono chiamati a ridisegnare continuamente le relazioni con la propria audience. E per farlo, essi devono presentarsi sempre più come laboratori d’innovazione: realtà ibride proiettate alla produzione di nuova conoscenza, aperte alla sperimentazione di modalità innovative di narrazione dei contenuti e di contatto – diretto o mediato – con i pubblici.
Queste iniziative appaiono come una condizione necessaria, ma non sufficiente, per stare al passo con quella che appare, oggi più che mai, come un’autentica rivoluzione digitale che investe tutti gli ambiti di attività degli istituti culturali:
dalla riorganizzazione del lavoro alla documentazione, dall’audience development al miglioramento delle condizioni di accessibilità sensoriale e culturale, dalla sicurezza all’accompagnamento e arricchimento dell’esperienza museale in sede e a distanza, dalla costruzione di relazioni e di reti alla valutazione delle attività e del loro impatto.
Nel settore culturale le competenze disciplinari tradizionali, sempre indispensabili, devono essere integrate da altre competenze culturali e tecniche che introducano nuove prospettive e nuovi linguaggi e sappiano tradurre creatività e immaginazione in prodotti concreti. Queste competenze sono presenti con maggiore frequenza al di fuori della pubblica amministrazione, e soprattutto nell’imprenditorialità giovanile, particolarmente impegnata nell’innovazione: il salto di qualità che tutti auspichiamo nei musei e in tutti gli istituti culturali dipende quindi, ancora una volta, dallo sviluppo di un’intensa cooperazione tra pubblico e privato, fondata su accordi chiari e condivisione di valori e di obiettivi.
ASIN: B096MN8FJ1
Nei mesi di allontanamento sociale i media digitali hanno vissuto un’età dell’oro, costituendo un ponte per rimanere connessi attraverso un’entusiasmante gamma di esperienze e favorendo la penetrazione nel settore culturale di linguaggi immersivi e tecnologie virtuali e aumentate. La digital transformation insegna però che è necessario ripensare i modelli organizzativi dei musei e valorizzare in modo innovativo i luoghi della cultura, favorendo attraverso il digitale un’accessibilità molto più ampia e inclusiva rispetto al passato. Affinché le realtà culturali possano capitalizzare tali opportunità occorrerà, da un lato, una collaborazione sistematica e bidirezionale fra aziende tecnologiche e operatori del settore e, dall’altro, assumere un approccio integrato, che affronti il sistema dei beni culturali nella sua complessità, valorizzando le possibili interazioni con le comunità locali, affinché queste ultime evolvano dal ruolo di fruitori passivi a cogeneratori di contenuti. Ciò consentirà di comprendere su quali forme di innovazione investire, come farlo e con quali strumenti. La tecnologia potrà così contribuire a far percepire la cultura come una risorsa condivisa e inclusiva, assegnandole un ruolo da protagonista per creare una nuova responsabilità sociale e proporre un nuovo modello di sviluppo sostenibile. Il XII Rapporto Civita intende quindi fornire un contributo per lo sviluppo, da parte degli operatori culturali, di strategie innovative di valorizzazione e gestione del patrimonio, necessarie in particolare nella fase storica che stiamo attraversando.
Premesse di Dario Franceschini, Gianni Letta, Adele Maresca Compagna.
Contributi di Claudio Calveri, Annalisa Cicerchia, Deborah De Angelis, Italo Folonari, Simonetta Giordani, Paolo Giulini, Barbara Landi, Cristina Manasse, Anna Maria Marras, Lorenzo Maternini, Mauro Nicastri, Sarah Dominique Orlandi, Ludovico Solima, Amit Sood, Alfredo Valeri, Talitha Vassalli di Dachenhausen, Fabio Viola.